Nome italiano:
Tamaro, cerasiola, vite nera, viticella, uva tamina.
Famiglia: Dioscoreacea.
Etimologia.
Da uva taminia, nome latino attribuito a una pianta volubile a bacche.
Descrizione.
Pianta perenne alta fino a quattro metri, con radice tuberosa e fusti erbacei,
volubili, sinistrorsi. Le foglie sono picciolate, cuoriformi e acuminate,
lucide da giovani.
I fiori sono piccoli, verdognoli, unisessuali e si trovano su individui
diversi, in quanto esistono piante con soli fiori maschili disposti a grappolo
allungato e piante esclusivamente con fiori femminili a grappolo più breve
(pianta dioica).
I frutti, originati da piante femminili, sono costituiti da bacche rosse, lucide,
appressate.
Fioritura.
Aprile Maggio.
Habitat.
Boschi densi, radure, luoghi cespugliosi, siepi.
Distribuzione.
Più frequente lungo la Valle del Tagliamento, a quote solitamente non superiori ai settecento metri. Specie eurimediterranea.
Parti velenose.
Radice e frutti.
Principi attivi.
Sostanze istamino simili, saponine (diosgenina), potassio ossalato.
Impiego terapeutico.
In tempi passati la radice era utilizzata, non senza rischi, come emetico e
soprattutto come diuretico e purgativo. Per via esterna le bacche venivano adoperate contro i geloni, ma tale uso veniva sconsigliato se la pelle
non era più integra.
Attualmente trova impiego solo la radice che, essendo ricca di ossalato di potassio,
può facilitare il riassorbimento delle ecchimosi.
Intossicazione.
I frutti, acri e caustici, sono causa di avvelenamenti anche gravi, che si
manifestano con forte bruciore alla bocca, irritazione delle mucose intestinali,
vomito e diarrea persistenti, difficoltà di respirazione, aumento della
temperatura corporea.
Se ingeriti in quantità eccessiva, possono provocare rapidamente la morte.
Note.
I getti primaverili vengono consumati cotti come gli asparagi, anche se il loro gusto amarognolo non risulta gradevole a tutti. Attenzione: le bacche possono essere scambiate dai bambini per quelle del ribes rosso!