Nome italiano:
Vincetossico, vincetossico comune, erba seta, asclepiade.
Famiglia: Asclepiadacea.
Etimologia.
dal latino vincere e toxicum, in quanto la pianta era ritenuta utile contro gli avvelenamenti. Hirundinaria, aggettivo latino da hirundo, rondine, forse perchè i semi, muniti di un lungo ciuffo di peli, assomigliano a delle rondini in volo quando vengono diffusi dal vento.
Descrizione.
Pianta erbacea perenne con fusto semplice, lignificato alla base, solitamente eretto, talvolta leggermente ritorto, superante anche il metro d'altezza.
Ha foglie opposte, ovato lanceolate e acuminate.
I fiori sono bianchi o giallo verdi, raccolti in corimbi che spuntano dall'ascella fogliare.
I frutti sono follicoli lunghi fino a cinque
centimetri, i cui semi sono dotati di un pappo bianco sericeo.
Fioritura.
Maggio Agosto.
Habitat.
Margini dei boschi, siepi, pendii soleggiati cespugliosi e sassosi.
Distribuzione.
Comune, specie eurasiatica.
Parti velenose.
Tutta la pianta, in particolare il rizoma e le radici, dall'odore nauseabondo.
Principi attivi.
Vincetossina (analoga vagamente all'aconitina), asclepina, asclepiadina o cinanchina, acido asclepico.
Impiego terapeutico.
È una pianta assai tossica, un tempo ritenuta un contravveleno poiché emetica (da questo il nome vincetossico). Ora abbandonata, veniva utilizzata come diuretico, depurativo e sudorifero.
Intossicazione.
Si manifesta con abbondante salivazione, vomito, diarrea, dolori intestinali, crampi. Infine paralisi muscolare e cardiaca. Anche se si interviene già alla comparsa dei primi sintomi, riesce difficile salvare il paziente.
Note.
IL picolo fungo Cronartium asclepiadeum, responsabile della grave malattia del pino nero nota come ruggine vescicolosa, per completare il suo ciclo vitale si serve del vincetossico quale ospite intermedio.