Nome italiano:
Clematide, vitalba, viorna, erba dei cenciosi, erba dei pezzenti.
Famiglia: Ranunculaceae.
Etimologia.
da klèma, oppure da klemàtis, antico nome greco di
alcune piante rampicanti.
vitalba, dal latino vitis alba, vite bianca.
Descrizione.
Pianta lianosa perenne, con fusto legnoso, leggermente peloso,
rampicante, lungo anche oltre dieci metri.
Ha rami marcatamente angolosi e foglie opposte imparipennate,
con 3-7 foglioline
ovali lanceolate, intere oppure incise e dentate, leggermente
cordate alla base.
I fiori sono a sepali petaloidi giallognoli o
bianco verdastri e sono profumati, riuniti in pannocchie.
I frutti sono acheni con coda piumosa.
Fioritura.
Maggio luglio.
Habitat.
Siepi, cespuglieti e boschi di caducifoglie.
Distribuzione.
Comune, specie europeo-caucasica.
Parti velenose.
Tutta la pianta.
Principi attivi.
Gli alcaloidi clematina e anemonina, clematitolo, detto canfora di vitalba, fitosterolo, fitosterolina, saponine.
Impiego terapeutico.
La pianta possiede proprietà acri ed irritanti.
Per uso interno era utilizzata come violento purgante, poi
abbandonata perché la dose terapeutica è assai
vicina a quella tossica. In applicazioni locali il succo e le parti
verdi, ma anche la scorza, sono antinevralgici e soprattutto
vescicatori.
Intossicazione.
All'interno gli effetti della pianta sono anche mortali. All'esterno essa produce sulla pelle lesioni eritematose, pustole, vesciche e ulcere.
Curiosità
I mendicanti solevano applicare sulla pelle le foglie contuse per
procurarsi piaghe e ulcere tali da suscitare commiserazione (da
cui il nome italiano erba dei pezzenti.
I bambini un tempo costruivano cannucce da pipa con i rametti cavi
all'interno.
Con le piume leggerissime dei frutti della clematide si fabbricavano
piumini a basso costo e che scaldavano alla pari di quelli con le
piume di pollame. I ciuffi venivano raccolti nelle belle giornate di
novembre e dicembre.
I giovani germogli, teneri e non ancora irritanti, vengono mangiati
lessati conditi come gli asparagi: pur essendo amarognoli, risultano
di gusto gradevole.
Attenzione!
Le specie Clematis recta e Clematis alpina, la prima frequente fra i cespugli e nei prati abbandonati, e la seconda nei boschi di montagna, tra i mughi e in luoghi rocciosi, sono tossiche quanto la clematis vitalba.
Note.
Non utilizzare la pianta per uso medicinale familiare: una forte dose
può causare la morte in pochi minuti!
La clematide viene anche utilizzata per ornare muri, colonne di porticati,
pergolati, terrapieni di scalinate. Si moltiplica per margotta o
per propaggine in luglio. La pianta va esposta in un luogo ben luminoso,
ma è preferibile se essa non riceve troppo a lungo i raggi
del sole, specialmente alla base, che va protetta da essi mediante
fogliame o altro. Necessita di annaffiature frequenti, affinché
il terreno resti costantemente fresco.